domenica 28 giugno 2009

Equisetum arvense


  • Descrizione: pianta erbcea perenne della famiglia delle Equisetacee, alta 10-30 cm. Produce due tipi di fusto: alcuni fertili, rossicci e senza rami, che spuntano prima e al cui apice si trova una spiga contenente le spore; altri sterili, che crescono al termine della primavera, formati da veri segmenti articolati, da cui spuntano rami sottilissimi.
  • Proprietà: tutta la pianta è ricchisima di sostanze minerali, specialmente di silicio e potassio; contiene inoltre una saponina (l'equisetonina), flavonoidi, cui deve l'effetto diuretico, vari acidi organici, resine. Ha proprietà remineralizzanti, diuretiche e depurative, emostatiche e, in applicazione esterna, cicatrizzanti. I risultati migliori si ottengono combinando l'uso esterno (decotti) con quello esterno (applicazioni sulla pelle).
  • Indicazioni: una sfilza di impieghi tra i più vari, ma alcuni sono maggiormente interessanti, dal mio punto di vista. Processi degenerativi della pelle, del tessuto connettivo e delle ossa: recenti studi sul ruolo del silicio nell'organismo hanno rivelato che questo oligoelemento si trova nella cute, nelle unghie, nello smalto dei denti, nelle cartilagini, nei legamenti e nelle ossa. In questi tessuti stimola la rigenerazione delle fibre di collagene ed elastina che, con l'età, perdono consistenza ed elasticità. Il silicio favorisce la "ricostruzione" o rigenerazione dei nostri tessuti, perchè è un elemento indispensabile per la sintesi delle fibre di collagene ed elastina (effetto catalizzatore). Il silicio si trova anche nei cereali integrali e nel lievito di birra, ma l'equiseto è il vegetale che contiene la maggior proporzione di silicio organico, ovvero combinato con proteine. Artrosi: (degenerazione della cartilagine delle articolazioni): grazie al suo contenuto di silicio e al suo effetto depurativo, l'equiseto è probabilmente una delle poche medicine veramente efficaci per la cura di questa difficile malattia. Flaccidità mammaria: applicato in impacchi sul seno, rassoda e tonifica i tessuti mammari, effetto che si rafforza bevendo anche il decotto.
  • Preparazione e uso: USO INTERNO: Decotto: bollire 40-50 gr di pianta in 1 litro d'acqua per 10 minuti a fuoco lento; berne 3-5 tazze al giorno. Succo fresco della pianta: 3 cucchiai ad ogni pasto. USO ESTERNO: Impacchi: con un decotto un pò più concentrato di quello indicato per uso interno (100-150 gr di pianta in 1 litro d'acqua). Gli impacchi si applicano localmente sulla zona malata. Tamponi nasali: si fanno introducendo nella narice un batuffolo di cotone avvolto in una garza e imbevuto nel decotto concentrato.

Per maggiori info, qui.

PS: grazie dani per la dritta!

My two cents on: cos'è il Parkour

Leggete in quest'ordine:
Ora applicate sopra questo impasto il do e il jutsu del parkour nonchè una spolverata di Combat Vital. Il tutto nell'ottica del Metodo Naturale..



Eccoci, questo è il mio parcour.

Litania della paura

Non devo aver paura
La paura uccide la mente
La paura è la piccola morte che porta con sè l'annullamento totale
Guarderò in faccia la mia paura, permetterò che mi calpesti e mi
attraversi
E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò
il percorso
Là dove sarà passata la paura non ci sarà più nulla
Soltanto io ci sarò

F. Herbert, Dune


Interessantissimo strumento per la focalizzazione e il rilassamento..
Per un esempio di impiego nel parkour si veda qui.
Io l'ho usata personalmente parecchie volte, è un sutra ed è efficacie.

domenica 21 giugno 2009

Esempi di osservazione

Zakti - Onii



Privilegia i piani ampi, non fa uso di obiettivi distorcenti, privilegia piani sequenza. Taglia raramente, quasi mai taglia la fine dei movimenti, raramente altera la velocità, non simula un percorso, non c'è il suono diretto. Ovviemante non dichiara nulla dei suoi movimenti (nessuno glie lo ha chiesto;)).
4/5

Rage froobling - teghead



Privilegia i piani ampi, non fa uso di obiettivi distorcenti, piani sequenza decisamente lunghi. Taglia abbastanza raramente, non taglia la fine dei movimenti, non altera mai la velocità, non simula un percorso, anche qui non c'è il suono diretto. Inoltre le parti in cui sono in più d'uno sono state girate, con tutta probabilità, tenendo "buona la prima".
4/5

Two crazy days - arte crew



Molti piani stretti, uso diffuso di fish-eye, alcuni piani sequenza. Parecchi tagli, ogni tanto anche la fine e l'inizio di un movimento, qua e là velocità alterata, non simula un percorso, musica. Si può ipotizzare che il materiale sia stato accumulato in 2 soli giorni.
2/5



N.B.: Le "valutazioni" riguardano la correttezza della rappresentazione nel filmato, non la bravura dei traceur.

Perchè tutto ciò?

Idee sull'etica del video di Parkour

E' un po' di tempo che mi sto documentando per scrivere di questa faccenda, ho toccato argomenti come le teorie della comunicazione di massa, l'etica nella rappresentazione audiovisiva, gli effetti sociologici dei media. L'argomento è a dirpoco vasto e decisamente esterno a quelle che sono le mie competenze. Ho quindi rinunciato all'idea di scrivere una sintesi dei miei pensieri, decidendo di entrare subito nel merito della questione senza collegarmi direttamente alle fonti. Lascio, quanto meno, un elenco di riferimenti per chi volesse approfondire le varie questioni.
Secondo la cultivation theory, l'offerta mediale "coltiva" continue rappresentazioni del mondo sociale e di certi suoi aspetti (consumo, stratificazione sociale, certi valori, violenza) producendo una distorsione. Sembra che al giorno d'oggi siano i media il principale canale attraverso il quale viene determinata la cultura. La cultura: sistema di messaggi e immagini che regolano e riproducono le relazioni sociali. Ci educa ai ruoli di genere, classe, attitudine; ci offre modelli di conformità o ribellione; provvede a classificare le diverse personalità. E’ il metodo simbolico con cui noi organizziamo le nostre idee sull’esistenza: cosa è importante e cosa non lo è, che cosa è buono o cattivo... Ci aiuta ad interpretare ciò che stiamo sperimentando (da questi appunti sulla sociologia dei media).

Ora quello che voglio dire, in parole povere, è che la nostra generazione vive immersa in un ambiente in cui i media coltivano massimamente alcuni aspetti (poichè sono questi aspetti che alzano l'indice) delle attività che rappresentano come, ad esempio, la spettacolarità o l'estremo. Questi modelli di rappresentazione vengono interiorizzati e replicati quando siamo noi a produrre un filmato. Ovviamente questa pratica porta ad una distorsione dell'attività rappresentata che porta al cambiamento dell'attività e dell'approcio alla stessa (e tutto ciò si propaga a macchia d'olio). Ecco quindi che il Parkour (inteso qui come insieme di Parkour, Freerun e Art du Deplacement) che parte dal concetto di percorso finisce per diventare una catena di trick il più spettacolare possibile. Eccone un esempio:



Per fronteggiare questo problema propongo un insieme di norme; sia per invitare i registi a seguirle nella produzione di un video che per farsi un'idea sulla "correttezza" dei filmati che visioniamo. Voglio chiarire, comunque, che questo elenco ha senso solo per interpretare i filmati che hanno come obiettivo la rappresentazione del parkour (prerequisito: una certa base comune su cosa esso sia) e non, per esempio, per la video-art o la fiction.

In fase di ripresa:
  • privilegiare piani ampi a dispetto di piani stretti
  • evitare il più possibile obiettivi distorcenti come fisheye o grandangolo
  • privilegiare i piani-sequenza
In fase di montaggio:
  • usare il minimo di tagli possibili
  • evitare di tagliare l'inizio e la fine di un movimento
  • evitare di modificare la velocità
  • evitare di montare simulando un percorso, a meno che il traceur non l'abbia realmente realizzato
  • utilizzare il suono diretto
Altro:
  • dichiarare in quante sessioni è stato accumulato il materiale e la durata di ciascuna sessione
  • dichiarare quante volte è stato ripreso ogni movimento prima di ritenersi soddisfatti
  • dichiarare se i movimenti sono stati eseguiti per la prima volta o sono noti


Per qualche esempio di osservazione di video di parkour si veda qui.

sabato 20 giugno 2009

Rischio

Avverto che quello che segue è un ragionamento assiomatico, formulato, quindi, per la sua utilità e non dimostrato.

Ritengo che il rischio (R) di un movimento sia data dal prodotto tra difficoltà del movimento (D) e pericolosità del fallimento (F).
Quindi: R = D x F

La difficoltà è influenzata da condizionamento generale e mentale, conoscenza specifica dello spot, memoria motoria del movimento in questione, stato d'animo momentaneo e altre cose che ora mi sfuggono.
La pericolosità è influenzata, solo in minima parte, dal condizionamento e, di fatto, esula il nostro controllo.
E' quindi evidente che R>0. L'importante è saperlo, valutare bene quanto il rischio sia alto. Quanto al perchè si accetti il rischio, beh.. questa è altra storia.

In definitiva, la possibilità di sbagliare c'è sempre.. è necessario accettarlo. Non siamo onnipotenti, solo preparati e l'incidente può succedere lostesso.
Io non mi sento un incoscente ma se mi capiterà un incidente cercherò di valutare quanto sia imputabile ad una mia scelta sbagliata e quanto a fattori incontrollabili.


Accetto questa scommessa, ma gioco con attenzione.

venerdì 5 giugno 2009

La punta di un Iceberg


Questo grafo esprime, sinteticamente, l'idea che mi sono fatto sulle relazioni tra le varie discipline-filosofie che hanno determinato le condizioni perchè si sviluppasse il Parkour. Volutamente non cito le fonti, chi ha sete si dia alla rabdomanzia (come ho fatto io).

lunedì 1 giugno 2009

Il Totem

Veniamo al dunque.. perchè squalo, ragno, elefante e gatto?
Beh, negli ultimi anni ho avuto la strana idea di riflettere sulle mie esperienze e sui miei vissuti da un punto di vista simbolico e vagamente psico analitico. Data la mia passione per i modelli socio-culturali più "primitivi" e la mia conoscenza del regno animale, ho deciso di utilizzare il concetto di totem come metafora per capire e descrivere la mia personalità. Totem è una parola di origine Ojibway (una popolazione di nativi americani del ceppo Algonchino come i Mohicani, per esempio) che rappresenta un entità naturale che riveste un particolare significato simbolico per una persona o clan. (per uno spunto sull'intreccio tra evoluzione, psicoanalisi e totem, si veda: http://www.jstor.org/pss/660103)

Mettendo insieme vecchi sogni ricorrenti (soprattutto di squali, ma anche di ragni e gatti), interessi adolescenziali (ragni), esperienze profondamente toccanti (elefanti e gatti) e una certa elaborazione simbolica (aiutandomi con libri, internet e amici competenti), sono arrivato a questi quattro. Tra l'altro ho trovato interessante il fatto che l'ordine (da sinistra a destra, ma in realtà dal basso verso l'alto) sia più o meno coerente con la scala (permettetemi questa semplificazione, e date un'occhiata qui) evolutiva degli animali (lo squalo è più primitivo dell'elefante) ed anche con la primitività dei concetti ai quali gli animali vengono accoppiati. Ecco qui uno schemino che illustra alcune delle connessioni simboliche che mi legano a queste bestie:
  • Squalo: rappresenta l'aggressività orale, le pulsioni predatorie più primordiali
  • Ragno: Anticomformismo e oppositività
  • Elefante: simboleggia la parte saggia e responsabile ma anche determinata
  • Gatto: è l'indipendenza, la curiosità e il narcisismo (nonchè un'integrazione delle figure precedenti)

Oltre ad una connessione simbolica con la mia personalità, questi animali funzionano perfettamente come riferimento nello svolgimento di particolari attività. Mi rendo perfettamente conto che pensare ad un ragno mentre arrampico non mi permette di scalare come spiderman, tuttavia negli ultimi anni, nel campo della psicologia dello sport sono stati descritti una quantità di meccanismi interessanti che possono migliorare le prestazioni (Emotions in sport, capitolo 6). Uno di questi è lo stato di flow, definito come un particolare stato psicologico in cui il soggetto è totalmente assorto nell'attività in svolgimento. Credo che il raggiungimento di tale stato, per esempio, possa essere aiutato da una disposizione interiore positiva che, per me, può essere raggiunta attraverso il pensiero simbolico. Così mi piace pensare di potermi ispirare all'uno o all'altro animale a seconda di quello che sto facendo. Quindi:
  • Squalo: combattimento e spostamento nell'acqua
  • Ragno: arrampicata e movimento in quadrupedia
  • Elefante: corsa, marcia e trasporto di gravi
  • Gatto: scatto, salto, equilibrio, furtività e ritmo

Infine ho pensato bene di dare al mio totem una rappresentazione grafica simbolica. Sono partito dall'aspetto di ciascun animale e, attraverso una serie di passaggi, ho cercato di ridurli a segni, un po' come nel passaggio da un disegno ad un pittogramma per arrivare ad un ideogramma. Alla fine mi sono trovato così soddisfatto della composizione finale (che potete vedere sotto il mio profilo) da eseguirne una su un grosso foglio bianco che ho inquadrettato e appeso sopra il letto!